
Purtroppo non tutti sanno che una buona percentuale dei pazienti oncologici non supera la malattia per cause legate alla malnutrizione. Per tale ragione, ritengo fondamentale che l’intervento nutrizionale debba diventare parte integrante delle cure oncologiche.
Cosa si intende per nutrizione oncologica? Quali sono gli obiettivi del trattamento nutrizionale?
L’intervento nutrizionale dev’essere finalizzato a:
- • correggere la perdita di peso e/o l’incremento di peso: questo fa sì che diminuisca la tossicità indotta dalla radio-chemioterapia;
- • migliorare la sensibilità delle cellule tumorali al trattamento antineoplastico;
- • rinforzare le difese dell’organismo;
- • diminuire la frequenza e la durata dei ricoveri;
- • prevenire le complicanze post-operatorie e la depressione.
Tutto questo ha un impatto positivo sulla qualità della vita, consentendo di prevenire la perdita di forza fisica e la debolezza che ne può derivare.
Nel 30%-80% dei casi, i pazienti risultano estremamente deperiti, cachettici, sarcopenici, pertanto l’intervento nutrizionale può prevedere la somministrazione di supplementi nutrizionali orali o integratori per bocca o, se queste misure risultano insufficienti o inefficaci, si può ricorrere alla nutrizione enterale o parenterale in ospedale o a domicilio.
In altri casi, però, le terapie antitumorali possono determinare un aumento di peso. Questo è particolarmente frequente nelle donne con tumore al seno, le quali vanno molto spesso incontro a sovrappeso o obesità negli anni successivi. Il sovrappeso rappresenta un fattore prognostico sfavorevole per il tumore della mammella, aumentando sia il rischio di un primo tumore che quello di recidiva dopo terapia.
Quindi, il mantenimento del proprio peso forma riveste grande importanza nei malati di cancro, perché sia la perdita che l’aumento di peso che ne consegue influenzano negativamente la capacità di ripresa dell’organismo dopo le terapie antitumorali.
Concludo dicendo che, a differenza di quanto avvenuto fino ad oggi, la malnutrizione non può più essere considerata un effetto collaterale della malattia a cui rassegnarsi; al contrario è un aspetto che consente di migliorare la compliance del paziente alla malattia stessa, purché l’intervento nutrizionale sia il più tempestivo possibile e personalizzato.
Quanto è comune la malnutrizione nei pazienti malati di cancro?
A seconda del tipo di neoplasia la malnutrizione è presente nel 30%-80% dei pazienti ed è grave (>10%) in almeno il 15%; come nel caso di tumore al pancreas e stomaco. La malnutrizione purtroppo è un fattore prognostico sfavorevole, perché riduce di molto la sopravvivenza. Purtroppo non tutti sanno che una buona percentuale (circa 20%) dei pazienti oncologici non supera la malattia per cause legate alla malnutrizione.
Diversamente, nei casi meno gravi la malnutrizione prolunga la durata della degenza e aumenta il rischio di infezioni e complicanze post-operatorie in pazienti sottoposti ad interventi chirurgici.
Come cambia il metabolismo nei pazienti oncologici?
Il forte stato infiammatorio che coinvolge i pazienti oncologici stimola fattori che inducono la perdita di muscolatura e concomitante diminuzione dell’appetito: condizione metabolica nota come “Cachessia-Anoressia” che si caratterizza da un calo progressivo di massa magra (con o senza la perdita di massa grassa) che non può regredire attraverso il supporto nutrizionale convenzionale e che porta al progressivo deterioramento funzionale. Ne consegue un’alterazione sistemica di tutto l’organismo con stanchezza cronica: atrofia del cuore e una ridotta innervazione cardiaca; a livello intestinale si instaura una disbiosi e conseguente abbattimento del sistema immunitario;
Altra condizione tipica è la SARCOPENIA: perdita di massa e forza muscolare e conseguente riduzione della funzionalità e autonomia del paziente.
Situazione metabolica che si associa a maggiore tossicità post chemioterapia.
Perché è importante una valutazione nutrizionale?
La valutazione dello stato nutrizionale di tutti i pazienti neoplastici dovrebbe iniziare da subito con la diagnosi di malattia ed essere ripetuta ad ogni visita, con l’obiettivo di iniziare precocemente l’intervento nutrizionale, prima di una severa compromissione delle condizioni generali, quando le possibilità di recupero sono ormai poche.
Tale valutazione deve considerare il paziente in toto nella situazione clinica contingente (preoperatoria, pre-post Chemioterapia / Radioterapia, stadio avanzato, terminale) affinché il supporto nutrizionale rappresenti un ausilio a target della terapia oncologica.
Pertanto una attenta e completa valutazione nutrizionale deve prevedere:
- • una scrupolosa anamnesi dietetica al fine di comprendere le abitudini alimentari: preferenze/avversioni/intolleranze, grado di appetito, frequenza dei pasti, orari, tempo per pasto, luogo di assunzione dei pasti, assunzione di liquidi, problemi durante l’assunzione dei cibi… dati fondamentali per il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale e una riduzione delle complicanze legate alla terapia oncologica.
- • dati antropometrici e composizione corporea (con Bioimpedenziometria e Plicometria) permettono di comprendere il grado di malnutrizione (moderata/severa) e il grado di tossicità della chemioterapia in base al calo ponderale, all’indice di massa corporea e alla circonferenza del muscolo del braccio;
- • dati bioumorali e immunitari (albumina, prealbumina, transferrina, linfociti…) consentono il monitoraggio del grado di infiammazione correlata alla neoplasia.
- • funzionalità e performance muscolare, al fine di valutare la capacità da parte del paziente di poter svolgere una normale attività quotidiana e lavorativa o la necessità di un’assistenza occasionale o costante, di cure mediche frequenti o continue o di ricovero prolungato.
- • qualità della vita in termini per comprendere il grado di compromissione degli aspetti emozionali, sociali, famigliari del paziente oncologico.
Concludo sottolineando l’importanza dell’approccio multidisciplinare per una corretta gestione nutrizionale del paziente oncologico.